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  • maggie8324

VICTIMS- Bo Svernstrom


Amo il thriller nordico e questo romanzo nato dalla creatività di un giornalista di cronaca nera dell’Aftonbladet (una delle maggiori testate svedesi) lo rappresenta a tutti gli effetti: stile realistico, preciso, fotografico; trama oscura e moralmente complessa centrata su tematiche profonde: la violenza sessuale, i maltrattamenti in famiglia, le competenze genitoriali.


La narrazione coinvolge immediatamente il lettore portandolo fin dalle prime pagine direttamente dentro il romanzo. Il linguaggio è crudo, costellato da descrizione macabre e spietate.


Il racconto si apre con l’indagine sugli omicidi; un’indagine portata avanti in parallelo dalla polizia e da una giornalista che indaga per motivi personali. Già in questa prima parte il racconto è intrigante e coinvolgente ma è solo dalla seconda metà del libro che l’approfondimento psicologico sulla personalità e sulla storia dei personaggi coinvolti prende forma, portando il lettore verso verità sconvolgenti. Il passato torna ad invadere il presente….anzi, non l’ha mai abbandonato. Un passato dai cui la mente ha dovuto imparare a difendersi costruendo una visione diversa ed alternativa dei fatti. I ricordi emergono gradualmente, realtà e credenze, immaginazione e verità si confondono, si separano, e si intersecano nuovamente; una nuova visione degli eventi prende forma poco alla volta ridando un nuovo senso agli accadimenti e alle relazioni passate mentre il lettore verrà portato gradualmente a scoprire una verità “brutale” e scioccante.


Il titolo del romanzo fortemente emblematico: chi è la vittima? chi il colpevole? Due concetti che siamo abituati a pensare come opposti e nettamente separati si scambiano, si mescolano, si appoggiano su volti differenti di volta in volta. Giusto o sbagliato divengono concetti arbitrari che si confondono e modificano a seconda del punto di vista.


Un romanzo che mostra, anzi urla come le violenze, le cicatrici, i “danni” subiti nell’infanzia e nei primi anni anni di vita, rimangono indelebili, condizionando la scelte di vita, le percezioni quotidiane, le modalità relazionali e le competenze genitoriali, creando schemi e modelli di comportamento rigidi che imprigionano il soggetto in comportamenti tanto automatici quanto temuti e “razionalizzati”.


Un romanzo che da l’occasione per approfondire il tema della MEMORIA, in particolare la MEMORIA TRAUMATICA.

Quanto le esperienze negative vissute nell’infanzia influenzano la vita adulta? È possibile che un evento che nemmeno si ricorda sia determinante nella vita di una persona?


In primo luogo è bene sottolineare che il ricordo non è un ripescaggio fedele e obiettivo di situazioni ed informazioni. Il ricordo è un recupero di tracce e di significati che si sono immagazzinati in modo “sparpagliato” nei vari “tipi” di memoria mischiando elementi consapevoli, inconsapevoli, immagini, sensazioni, schemi e modelli di azione e reazione.

I ricordi traumatici hanno a che fare principalmente la memoria procedurale, ossia quella “parte” di memoria implicita, che riguarda cioè abitudini, abilità acquisite, azioni riflesse, modalità di reazione a situazioni di minaccia e anche modalità di gestione ed espressione delle emozioni.

In pratica, una parte di ciò che viene memorizzato in modo indelebile durante un’esperienza traumatica viene depositato nella memoria procedurale. Questi eventi, anche se completamenti assenti nella memoria esplicita, continuano a persistere e a condizionare la vita adulta di un individuo.

La memoria procedurale, rispetto alla memoria episodica e alla memoria semantica (ossia le memorie personali di fatti e immagini sensoriali e le conoscenze generali) presenta minor flessibilità, correggibilità, accessibilità e riferibilità verbale.


La memoria traumatica è sempre una memoria confusa in quanto il trauma modula l’accesso al ricordo: questo perchè la mente è impegnata a sopravvivere, a difendersi da qualcosa di troppo doloroso.


Questo avviene attraverso diversi i meccanismi:

· Amnesia parziale o totale: riguarda più della metà delle vittime nei casi di traumi più gravi; nei casi di abuso e violenza sessuale l’amnesia completa riguarda il 10% delle persone coinvolte, più frequente nei casi di incesto e più frequente tanto più è precoce l’età di esordio, in quanto maggiore è la paura per la propria vita;

· In alcuni casi possono presentarsi frammenti di ricordi intrusivi che non si riescono a collocare adeguatamente in un con testo spazio-temporale;

· Frequente è l’anestesia emozionale: eventi che vengono verbalizzati in modo preciso ma in totale assenza delle emozioni e delle sensazioni normalmente connesse al vissuto;

· Impossibilità di parlarne o permeabilità ad ogni tentativo di rielaborazione verbale a causa del loro carico emotivo.


I traumi non verbalizzati e rielaborati possono causare una vera e propria dissociazione di consapevolezza e di personalità dominante. Inoltre hanno frequentemente influenze sulle capacità genitoriali e sullo “stile di accudimento” che tende a essere intrusivo e ostile creando nei figli sintomi e problematiche comportamentali.


“Le persone hanno cicatrici in posti impensabili. Sono le mappe segrete delle storie personali. Anche se gli eventi che le hanno create sono sepolti nella memoria, sono comunque attive e, come vere e proprie carte stradali, sono in grado di condizionare e indirizzare il nostro agire.”

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